
di Elena Galeotti
ispirato alle opere di
Oscar Wilde, Giovanni Testori, Billy Wilder, Ken Russel
alla mia vita
all’universo che ci circonda
con Elena Galeotti, Ana Maria Sharkova
Tecnico audio e luci Riccardo Marchi
Elementi scenici Nicola Bruschi
Fotografie Dorin Mihai
Regia Francesco Pennacchia
Una coproduzione Associazione Cantharide / Artisti Drama
The Remembering box – la testa è uno scrigno che racchiude l’universo di un’attrice, un inizio sospeso, claudicante, molto improvvisato. Il lavoro prende spunto da Piangere è un artificio, scritto qualche anno fa in collaborazione con Rita Frongia e liberamente ispirato alle figure di Erodiade e Salomè, una madre e una figlia. Dal binomio Erodiade-Salomè abbiamo esplorato la fragilità e la caduta di una donna: moglie, madre e artista; ci siamo immersi nell’artificio di Wilde e del teatro, ci sono venuti incontro Salomè, quella “vecchia madre che ci portiamo dentro”, i mai morti testi e immaginari iconografici della classicità per poi fare i conti con la sottoscritta, figlia e madre, il mio passato, la lingua delle mie origini e quella dei miei studi, il tempo che passa, l’ipocondria galoppante, il mutare delle forme e della presenza scenica, la forza della finzione e la miseria della realtà. È la storia di un grande amore, di un grande conflitto.
Di tutto questo si nutre la nuova fase del lavoro The Remembering Box – la testa. Erodiade è l’umana bestemmia, ciò che è stato, il niente. Salomè è una luna d’argento e trame di voci che chiamano sangue. Accanto a loro ci siamo noi attrici, poco regali, invase da ombre e colpi bassi.
Note di Regia
Erodiade lacerata dalla morte del profeta Jokànaan, vuole compulsivamente ripercorrere il suo passato gioioso di giovane attrice spensierata e, in questo gioco insieme comico e tragico è assistita dalla figlia – badante – serva di scena – compagna di giochi – intrattenitrice – portatrice sana di morte, Salomè. Ma tutto comincia da un tremolio della testa della regina che riflette l’altra testa, quella senza vita del profeta. Nel silenzio sospeso, la testa avverte una strana sensazione di distacco, come se fosse priva di radici. Non più ancorata al corpo, pur cercando di ripercorrere il passato, finisce per non essere più delimitata dal tempo e dallo spazio. I pensieri ora scivolano veloci, ora si aggrovigliano, ora vagano senza meta, alla ricerca di una risposta che forse non esiste.
Eppure, c’è una sorta di liberazione in questa solitudine, in questo stato di sospensione, la testa, pur nella sua fragilità, potrebbe trovare una forma di purezza. Questa testa che, come tutto il mondo fluttua, almeno apparentemente, senza scopo e senza un suo significato. È proprio qui che forse comincia il teatro, la cui essenza è un enigma sospeso tra immagini vivide di euforia, o di sofferenza, di giochi esilaranti, o di assenza. Questa testa è una reliquia del pensiero, un frammento che cerca di ricongiungersi a qualcosa che non c’è, ma che continua a dibattersi sulla scena.
Residenza a DOM, La Cupola del Pilastro, via Panzini 1 Bologna, 17-23 giugno 2024. Drama teatro, viale Buon Pastore 57, Modena, 22-27 settembre 2024. Fuor di Teatro di Teatro Patalò – La Scuderia, Monte San Vito, Ancona, 21-25 Gennaio.