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CONCERTO-LETTURA SCENICA

  • Debutto 17 Maggio 2017, Villa Edvige Garagnani, progetto “In the Pines”
  • di Elena Galeotti

con Les Parapluies

  • Riccardo Marchi, canto
  • Marco Paganucci, pianoforte
  • Simone Marcandalli, chitarra
  • Sergio Mariotti

Cantharide

  • Elena Galeotti, voce
  • Ilaria Debbi, voce
  • Riccardo Marchi, voce
“Ho un cattivo presagio”
“Eruttando nuvole di pesante fumo grigio,
il treno passeggeri, come rettile enorme,
scompariva nella steppa.
Insieme al fumo del treno nell’aria gelida diminuiva il forte rumore,
che veniva a turbare per qualche minuto,
il silenzio indifferente della vasta ed estesa pianura,
in mezzo alla quale la piccola stazione ferroviaria,
si risvegliava dalla sua solitaria malinconia…”
(Gorkij)

Quattro musicisti e due attrici creano climi, temi, treni; portano a galla frammenti di vita disseminati nel tempo eppure contemporanei.

Parliamo di donne e di amanti appassionati incuranti di dare scandalo ma anche di donne imprigionate, sopraffatte dal senso di colpa, lacerate dal desiderio di vivere.

Chi non ricorda Anna Karenina?

Leggiamo frammenti ispirandoci alla grande letteratura russa attraversati dalle note e dalle voci della musica cantautorale classica.

Tutti noi. Noi italiani: figli e adulti, amanti focosi, noi, non abbiamo mai smesso di desiderare di vivere la vita fino in fondo e al tempo stesso di meritarci un matrimonio sacro con tutti i vincoli che ne conseguono e la famiglia e i figli che devono essere messi davanti a tutto….. Amanti delle cose belle e della vita, amanti. Ammiratori. Corteggiatori. Al tempo stesso gelosi, bacchettoni, insomma un po’ possessivi e bigotti  “puvrina, chissà mai con na’ madar acsì” tradotto “poverina, chissà come diventerai con una madre come la tua…”  mi dicevano quando mia mamma lasciò mio padre per un altro nel paesello di provincia, ma a mio fratello neanche una parola. Siamo un popolo di santi, poeti, navigatori, uomini e donne che desiderano vivere. Gli uomini tradiscono e vanno a puttane, le donne tradiscono e pagano, accidenti se la pagano cara!

Tolstoj, Dostoevskij, Cechov, Gorkij  ci hanno lasciato pagine indimenticabili…

Treni che partono e arrivano, donne e uomini che si incontrano, si innamorano perdutamente. Uomini che ne escono sempre a testa alta, donne che muoiono. Non siamo forse ancora oggi portati a pensare che una donna sposata con figli che perde la testa per uno sconosciuto non è normale? O è una pazza o una poveretta… mentre l’uomo è diverso, i maschi sono più fisici, istintivi, è normale, è la loro natura in fondo. Lui è pulito. Lei è sporca. Lei vive nell’ombra. Se beccati: lui se la cava con qualche pacca sulla spalla, lei è finita.

In the Pines

È una ballata che racconta di un suicidio per amore, conosciuta anche con i titoli Black Girl e Where Did You Sleep Last Night? E’ un brano popolare composto probabilmente nella seconda metà del 1800. L’identità dell’autore è sconosciuta, ma ne esistono numerose esecuzioni da parte di tanti artisti in svariati generi musicali. Tradizionalmente, la canzone viene maggiormente associata con il bluesman americano Leadbelly, versione ripresa da Kurt Cobain nel famoso concerto unplugged poco prima che si suicidasse. La nostra versione racconta la condizione di uomini e donne fragili e appassionati, complessi e contraddittori. Raccontiamo e cantiamo storie preziose che fanno parte del nostro percorso artistico ma soprattutto dell’universo che ci circonda. La musica è parte integrante del nostro lavoro, il teatro è prima di tutto tempo e ritmo e la parola canto. Poi ci siamo noi due, ironiche, poco regali, tanto goffe, con la nostra anima, “oltraggiata da mille ombre e colpi bassi”.

In the Pines è un vero e proprio concerto dedicato a tutte le Anna K della nostra vita.

Durata dello spettacolo:
integrale 55 min’ (circa)
ridotto 15 min’ (circa)
La versione ridotta l’abbiamo ripensata per cinque interpreti: tre musicisti e due attrici
Per la musica:
Riccardo Marchi, voce
Marco Paganucci, pianoforte
Umberto Genovese, Cajon
Tuttavia, nella variante da realizzare in spazi all’aperto, la durata nonché la formazione del gruppo vanno valutati
a partire dal contesto e dalle necessità progettuali.